International Lectures on Nature and Human Ecology
 
 
Introduzione

Siamo cresciuti in una società che ci ha abituato a delegare la conoscenza; le basi culturali e religiose del mondo occidentale presuppongono un costante e crescente allontanamento dalla natura. Abbiamo così progressivamente perso quella capacità di comprensione, diretta ed immediata, dell'ambiente in cui viviamo che, per milioni di anni, è stata alla base della nostra evoluzione.

I nostri progenitori più antichi, tribù di cacciatori- raccoglitori, conoscevano centinaia di specie di piante e per ciascuna di esse sapevano ogni possibile utilizzo. Recenti ricerche hanno dimostrato che quando degli aborigeni della Nuova Guinea, che vivono ancora come migliaia di anni fa, vengono posti in un nuovo ambiente, iniziano subito a prendere consapevolezza del contesto, a raccogliere e classificare piante, riuscendo, nello spazio di pochi giorni, a maturare una conoscenza molto più approfondita degli autoctoni.

Lo sviluppo tecnologico accelerato degli ultimi due secoli ha estremizzato questa tendenza che, saldando evoluzione tecnologica e burocratizzazione delle decisioni, ha posto l'individuo in una posizione di totale passività e acquiescenza rispetto alle scelte fatte da altri, fatte da esperti ai quali viene delegato il compito di discutere e risolvere i problemi, oramai inaccessibili ai più.

Si è arrivati così ad un punto in cui l'estrema specializzazione non appare più come mezzo ma come fine, tanto che si arriva al paradosso di creare problemi per poterli poi risolvere, grazie, naturalmente, all'intervento di esperti sempre pronti!

Ciò è apparso nella sua realtà in questo ultimo anno: nel 2009 intere popolazioni hanno rifiutato di sottoporsi ai vaccini distribuiti dai loro governi per la presunta pandemia suina, mentre l'evidente manipolazione ed il fallimento del vertice di Copenaghen non hanno fermato l'oramai inarrestabile movimento ecologista che non si attende più nulla dall'alto, ma lavora dal basso, a livello delle scelte personali di ciascun individuo e all'interno delle stesse logiche che si appresta a cambiare.

Appare quindi appieno il significato di queste profonde trasformazioni: in una realtà sempre più tecnologica e globalizzata, emerge chiaramente la volontà di riappropriarsi di una dimensione che sia alla nostra portata, superando le barriere della specializzazione e dando spazio alla comprensione piuttosto che alla conoscenza.

La rivoluzione della fisica quantistica ha aperto la strada all'inizio dello scorso secolo, distruggendo il mondo delle certezze: abbiamo così imparato a non fidarci degli esperti. Non dobbiamo dimenticare questa lezione e continuare quindi a cercare dentro ed intorno a noi, confidando sempre in quel senso di meraviglia che è per l'uomo inizio e fine di tutte le cose.

Massimo Mercati